Trascrizione del fumetto
Quadro 1
EPO: Siamo arrivati il più vicino possibile al residuo di supernova.
Alkina: Guardiamo se ci sono segnali…
Quadro 2
Alkina: …sì, lo temevo.
Beggrin: Che cosa?
Alkina: Il satellite si trova sull’altro lato dell’onda d’urto.
Quadro 3
Alkina: Beggrin, forse vuole attaccarsi a qualcosa.
Beggrin: E’ impazzito?
Quadro 4
Narratore: aaaaaaaaahhh
Quadro 5
Alkina: Accesso al satellite…abbiamo le coordinate del tesoro!
Cosa significa?
Onda d’urto – Il materiale espulso con l’esplosione della supernova (costituito dagli strati più esterni della stella) forma un inviluppo di gas in espansione, un onda d’urto, detto ‘resto di supernova’, che interagisce con il mezzo interstellare. Questa materia può viaggiare a molte migliaia di chilometri al secondo.
Nella nostra lingua per favore!
La supernova nella costellazione del Cigno. La stella è esplosa nel febbraio del 1992; ciò che ne resta è l’anello di gas visibile nella fotografia.
Nell’esplosione di supernova gli strati più esterni di una stella sono espulsi violentemente a velocità ipersoniche formando nubi di polveri e gas. Queste onde d’urto possono viaggiare a molte migliaia di chilometri al secondo e riscaldare il gas che circonda la stella esplosa a temperature di milioni di kelvin. Durante questa fase esplosiva si formano gli elementi più pesanti del ferro che vengono immessi nel mezzo interstellare, al termine ciò che rimane è un resto di supernova, un composizione di gas caldo e strati esterni della stella.
L’area coperta da questi gusci in espansione può essere molto vasta. Una delle più famose supernovae nella nostra galassia è l’Anello del Cigno, nell’omonima costellazione, residuo di una stella esplosa circa 50.000 anni fa, che ancora emette uno spettro a righe di emissione. Si stima che sia circa 50 anni luce di diametro. Sebbene copra una zona del cielo grande circa 36 volte la dimensione della luna piena, è troppo lontana e debole per essere osservata ad occhio nudo.
Ancora oggi emette raggi-X e le immagini di lunghe esposizioni nell’ottico rivelano luminosi filamenti, unici resti visibili della remota esplosione.